Via le Mani dagli Occhi
Dopo
il romanzo Morfeo Francesco Gitto torna per il suo pubblico di lettori con un
altro lavoro dal titolo Via le Mani dagli Occhi, edito da Bastogi. Storia di
memoria e di violenze sui minori, raccontate, nel testo, da Valeria, la
giovane protagonista vittima di abusi da parte di uno zio, un familiare al
quale la mamma la affidava ogni giorno per poter andare a lavorare. Valeria è
ormai adulta, ma ancora non riesce a togliersi di dosso la spiacevole
sensazione di essere stata oggetto delle attenzioni insane del vecchio zio. Ha
un marito, tuttavia non può fare a meno dello psicologo, dal quale si reca
periodicamente a raccontare il presente e il passato, come se fossero parte
integrante di un’inseparabile medesima realtà, che, nella sua mente, non è capace
di differenziarsi e ricomporsi se non in modo caotico e sconnesso. Valeria
vive a tratti, fluttuando tra oblio e lucidità, costretta a domare
l’aggressività che la pervade quando appena qualcosa le sfiora solo di
passaggio il ricordo di quanto ha dovuto patire. Il merito di Gitto è di aver
saputo proporre, attraverso un racconto breve e semplice da leggere, la verità
delle storie dell’oggi, articolando i suoi interessi e la discussione, che può
da questo agile testo scaturire, sui temi della violenza sulle donne e sui
minori, protagonisti fragili e deboli di una guerra non dichiarata, eppure
combattuta nel silenzio e, spesso, anche nell’omertà, con esiti a volte
orribili, ma non inaspettati, quali il femminicidio. Il suo modo di narrare è
sempre allusivo, le immagini sfumate e intuitive. Persino l’abuso è raccontato
con estrema delicatezza, quasi a far capire che non vi è bisogno di usare modi
feroci. Anche una carezza, fatta in un certo modo dall’adulto, può
rappresentare l’anticamera dell’eccesso.
(articolo pubblicato su Foggiaonlinenews)
(articolo pubblicato su Foggiaonlinenews)
Commenti
Posta un commento