Pasqua la festa dei cuori trafitti


Pasqua è la festa dei cuori trafitti. Degli amori rifiutati e traditi.

Nei giorni dolorosi della Settimana Santa abbiamo deposto ai piedi della Croce le nostre ansie, le sconfitte, le disillusioni che abbiamo accumulato. Le sofferenze quotidiane. Nella convinzione che solo Lui possa capirle. Che solo Lui possa comprendere fino in fondo.

La nostra vita non può essere un eterno Venerdì Santo. Arriva il sabato e poi la Domenica della Resurrezione. C’è speranza. Non esiste solo il dolore.

Pasqua vuol dire passaggio. Siamo in transito su questa terra. Non finisce qui.

Le ferite saranno sanate. Le piaghe guariranno. Tutto si farà Gioia Vera. Questa è la festa più grande. Perché ci dà la certezza che Lui non è qui. Lui è risorto dai morti per la Vita Eterna.

La morte non mette il punto sulle nostre esistenze terrene. Ne è solo la Pasqua. Dopo la quale le anime, e i corpi, vivranno in eterno.

Non abbiamo altre certezze di questa promessa se non la fede nella Resurrezione dai morti di Cristo. Possiamo scommettere, come esortava a fare Pascal. D’altra parte chi ci dice che non è vero? Perché non credere?

Gli apostoli scrivono di raccontare i fatti, così come sono realmente accaduti.

Pensateci un attimo: tutto questo è sconvolgente.

E se fosse vero? Pascal una risposta ce la dà. Avremmo guadagnato il Paradiso, la Vita Eterna dei Beati, dopo aver vissuto secondo principi e regole morali di amore e di rispetto reciproco.

Perché in fondo la religione di Gesù ha un solo precetto: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi!”. Fino alla morte di croce…Lui deriso, disprezzato, negletto, rinnegato da quelli che aveva solo amato fino alla fine…

…Ancora non riesco/a scorgere il tuo volto/dal bianco lenzuolo sei Risorto/fiori nuovi/sbocciano sui prati/e Tu mi sorridi/e mi accompagni mano nella mano/come dolce Padre per i sentieri del mondo (Antonietta Pistone, Resurrezione in Stelle d’Acqua, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2008).



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