Cronaca nera

Ieri, complice il riposo casalingo del sabato sera, mi sono fermata ad ascoltare con più attenzione le notizie dei telegiornali televisivi. Su tutti i canali si rincorrevano sempre uguali, persino nello stesso medesimo ordine da una rete all’altra. Ciò che mi ha colpito di più è stata l’inequivocabile ripetizione dei crimini che insanguinano ormai quasi quotidianamente il nostro paese. Quasi tutti generati dalla follia omicida di persone assai prossime alle vittime di turno: parenti, conoscenti e vicini di casa, e in qualche caso addirittura amici. Un commento di Barbara Palombelli, ascoltato di sfuggita in un programma di commento ai recenti gialli italiani, diceva che le vittime designate sono, in questi casi, senza difesa. Come i due anziani soli, marito e moglie, che hanno aperto la porta ai loro vicini, per essere massacrati nel sangue pochi minuti dopo, per soli mille euro. O il ragazzo diciassettenne ucciso a botte dal compagno della madre. O ancora i due anziani uccisi dall’imbianchino. O la donna uccisa dal compagno che poi tenta il suicidio. I titoli dei giornali sono inquietanti. Ma la cosa più strana è che noi lettori o spettatori dei telegiornali non li leggiamo e non li sentiamo. Le notizie orribili ci scivolano addosso come niente fosse. Come se fosse cosa normale che ci si possa uccidere con tanta frequenza e davvero per così futili motivi con cadenza giornaliera tra parenti, amanti, amici e conoscenti. E persino tra genitori e figli. Eppure ci sfugge l’assurdo dell’essere “senza difesa”. Probabilmente perché, dietro lo schermo televisivo, o dietro la pagina di giornale, ci si sente tutti al sicuro. “A me non succederà mai”. Si pensa tranquilli. E si continua a vivere come se niente fosse. E invece no! No! Non può essere così. Se ci fermiamo un attimo a riflettere su quel “senza difesa” davvero prendiamo atto che “nessuno è senza scampo”. E che proprio l’assurdità dei delitti che si compiono di continuo non ci deve fare affatto sentire al sicuro. Perché la solita storia del “tanto a me non può succedere” non regge più. Una volta si uccideva per un torto subito. Chi sa di non aver fatto male a nessuno, di non aver pestato i piedi, poteva perciò dire “a me non succederà mai”. Ma oggi si uccide per una lite banale, per rubare del denaro guadagnato onestamente, per follia amorosa. E con l’aggravante che molti di questi omicidi, come quello di Erica e Omar, sono stati commessi anche sotto l’effetto di droghe, che costituiscono un’ aggiunta all’efferatezza dei delitti commessi dai loro consumatori. E spesso, questi consumatori, sono tra noi più di quanto non possiamo immaginare, considerata la diffusione delle sostanze che c’è in giro. Non siete ancora stati colti da un brivido? Se è così avete proprio la pellaccia dura. O non siete stati molto attenti. La notizia che questi titoloni ci danno è brutta davvero. Raccontando il fatto di cronaca nera, ci dicono in più, tra le righe, “guarda che nessuno può proprio sentirsi al sicuro”. Viviamo in un’epoca di pazzi, tutti sani all’apparenza. La qual cosa è un’aggravante da riconsiderare. Anche tra gli affetti più cari. Parenti serpenti…è più che mai il caso di dirlo. E voi fate attenzione perché la famiglia vi potrebbe tornare fatale, più di una donna. E sangue per sangue….indietro da lì proprio non si torna…

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