Le occasioni sprecate


Più di un mese fa si è tenuto a Foggia il Convegno Nazionale della Società Filosofica Italiana. Il tema trattato da tutti i relatori è stato quello dell’Economia Solidale. Argomento interessante e di attualità che ci coinvolge universalmente, prima di tutto come uomini e donne abitatori del pianeta terra, poi come cittadini, ed infine come praticanti e docenti della scienza filosofica. Da che ho memoria, non ricordo che negli anni passati un convegno nazionale di filosofia si sia mai tenuto a Foggia. Possiamo quindi ritenere, anche per l’eccezionalità del fatto, la cosa in se stessa un’occasione da non perdere, anche per riconsiderare il rapporto tra la nostra beneamata città e il mondo della cultura, accademica, scolastica e di strada. Personalmente, ritengo che ciascuno di noi abbia numerose opportunità che, come ricordava qualche economista al convegno, sono un po’ come i talenti di Gesù Cristo. Affidati ai suoi servi, cioè a noi, sta poi a noi farli fruttificare o no. Ebbene, al di là della metafora evangelica, di tipo morale, o dalla sua ricaduta economica, io credo che questa parabola sia, in senso lato, un invito rivolto a tutta l’umanità, per un ripensamento del suo essere sulla terra in quanto abitatore. Una bellissima poesia di un autore turco Nazim Hikmet invita l’essere umano a vivere non come ospite inquieto ma come figlio e padrone del pianeta che abita, certo non per distruggerlo e dominarlo ai fini del capitale, ma per prendersene cura come meglio si possa fare. Ora, tra le occasioni di crescita sprecate per la nostra città, c’è proprio quest’ultimo convegno filosofico. Che avrebbe potuto costituire un motivo di incontro ragionevole tra i cultori più o meno professionali della disciplina filosofica e coloro i quali ne studiano le radici a livello accademico. Ma ciò non è stato. Perché, a parte la numerosa presenza dei giovani delle scuole, non si è registrata una massiccia partecipazione dei docenti che, con cognizione di causa, avrebbero potuto e dovuto giustamente contribuire al dibattito per la trattazione di una tematica così attuale nel panorama filosofico dei nostri giorni. Come ci insegnava Socrate dall’antichità, la filosofia è dialogo e scambio interattivo con l’interlocutore. Ma è difficile, pur volendolo, stabilire un dialogo con degli assenti. A Foggia ciascuno continua in proprio a coltivare il suo personale orticello, pago di quel poco che realizza nell’isolamento, e convinto che quella sia la verità. Le assenze, invece, in casi come questi dicono molto. Significano la chiusura di un territorio, piegato su se stesso, che rifiuta di comunicare e di aprirsi all’altro. Su questa base non nasce la scienza. Anzi, vengono alimentati pericolosi fenomeni di devianza culturale. Forse aveva ragione Croce quando sosteneva che c’è nel popolo meridionale un’abitudine a farsi governare, e poi quasi un piacere insano a crogiolarsi tutti insieme nella scusa di un destino avverso che ci vede naturalmente sottomessi e perdenti. Oggi le occasioni ci sono, e bisogna non perderle. Ma è sempre più comodo rinunciare all’impegno e sottrarsi poi alla responsabilità di scegliere cosa vogliamo e in che modo intendiamo realizzarlo.

Articolo pubblicato su foggiaonlinenews 

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